In hoc signo vinces

Scudo-SmallArticolo pubblicato su La Provincia all’interno dell’inserto CerchioAperto

Un valore profondo legato alla fede a cui i cristiani fanno riferimento da cui partono per affrontare ogni sfida.

Con la fede si vince. La croce simbolo di cristianità che rappresenta la salvezza.

No. Non vogliamo una nuova crociata. Il senso della nostra immagine di copertina è ben diverso, ben più ampio.
Il nostro ragionamento vuole infatti partire da una profonda riflessione sul ruolo che la Fede ancora oggi rappresenta nel mondo, e sul prezzo che troppo spesso ultimamente deve essere pagato in concambio alla fortuna di avere ricevuto tale dono. Si moltiplicano le notizie di nuovi martirii, di persecuzioni, e di intolleranze anti cattoliche, perfino qui in Italia. Impossibile dimenticare o non soffermarsi a pensare alla terribile strage di Garissa, in Kenya, dove gli studenti Cattolici sono stati accuratamente selezionati prima di essere barbaramente uccisi.
E terribilmente foriera di cattivi presagi è stata la vicenda di quel ragazzino mussulmano che ha  duramente percosso una sua compagna di scuola poiché indossava (come la stragrande maggioranza degli Italiani) una immagine sacra su una collanina che portava al collo. Non è solo la relativa vicinanza di questo atto di intolleranza alla rovescia – che infatti è accaduto nell’italianissima Terni – a preoccuparmi o a colpirmi, ma la tendenza a giustificare questi avvenimenti, ed addirittura a comprenderli, a portare le civiltà dalle quali questi comportamenti scaturiscono ad esempio alla nostra, che sarà forse imperfetta, ma che da simili maestri ha ben poco da imparare. Stiamo vivendo anni in cui le risultanze di una deriva materialistica finalizzata alla progressiva laicizzazione delle menti sta iniziando a dare i suoi frutti.
Tempo fa un giovane comasco si è ridicolmente rifiutato di votare, qualora il presidente del seggio non avesse rimosso il Crocifisso nell’aula scolastica adibita a sede elettorale. E poco conta che il Viminale si sia poi affrettato a chiarire che il Crocifisso doveva rimanere al suo posto, tutti ricordano il fatto, mai le conseguenze. Sembra essere troppo tardi. Possibile che il messaggio salvifico della Chiesa sia stato così incompreso da portare a queste manifestazioni così volgari di ignoranza nei confronti delle radici stesse del nostro popolo? Dove saremmo e cosa saremmo senza l’apporto fondamentale di oltre 2000 anni di Cristianesimo, con tutte le sue positività e i suoi contraltari? Probabilmente saremmo tanto selvaggi come coloro che distruggono monumenti millenari in preda a delirii iconoclastici, che decapitano chi è diverso da loro, che non concedono nessun diritto alle donne, e che ritengono giusto comportarsi come feroci padroni della famiglia invece che esserne parte come padri. Viviamo un tempo in cui c’è chi dice che bisogna sostituire la parola mamma con un sinonimo succedaneo ed un numero, senza rendersi conto che questa battaglia per la libertà di pochi finirà per indebolire il mondo intero, togliendogli quel formidabile collante che anche negli anni più bui della nostra storia è stato rappresentato dal diritto naturale prima ancora che dalle tradizioni e dalla Fede. A tutto questo noi diciamo un fermo e rispettoso (per quanto possibile) no. Noi non vogliamo rinunciare alle nostre prerogative culturali e di Fede in nome di una amicizia tra i popoli che saremmo comunque i soli a perseguire, in rispetto di una vera e propria dittatura delle minoranze che pretendono che la diversità diventi la norma a cui omologarsi tutti per forza. Per questo intendiamo continuare a difendere, a sviluppare e a diffondere i valori con i quali siamo cresciuti, quelli che ci sono stati impartiti nei pochi o tanti anni che abbiamo speso al Collegio Gallio. Una scuola di vita prima che di materie, questo ha rappresentato il Collegio per noi, e questo vogliamo che possa rappresentare per i nostri figli e le generazioni che verranno. Ecco perché abbiamo deciso di iniziare a condividere con tutta la cittadinanza il nostro pluridecennale organo di informazione, ed ecco perché nei prossimi mesi molte saranno le novità atte a fare meglio comprendere anche a chi non ne ha mai varcato le soglie il profondo valore di un percorso educativo al Collegio Gallio, specie oggi, soprattutto in questa società che sembra avere smarrito la bussola dei veri valori fondanti. Conosco bene il Collegio, e conosco bene i Padri Somaschi, avendo avuto la fortuna di frequentare la loro scuola dalla prima elementare fino alla maturità classica, e so bene la differenza che esiste tra l’educazione impartita in ambienti come questo e quella disponibile altrove; conosco bene le possibilità che possono essere fornite dalla scuola paritaria in termini di valori, di apprendimento, di relazioni, di protezione, e proprio per questo ho deciso di schierarmi ed impegnarmi in prima persona in favore di questa grande ed altruistica missione. Dobbiamo certamente aggiornarci su alcune cose, e vogliamo farlo, ma solo su quelle positive, e incentrare tutto sulla materia non è la strada giusta. E’ giusto insegnare la tolleranza, ma essa non deve mai diventare negazione del proprio io, altrimenti finirà per essere un regresso in pieno senso anti-storico. Come vedrete negli articoli ospitati di seguito, il Collegio ha aperto un nuovo corso di scuola secondaria superiore, che si svolgerà nell’arco di soli quattro anni, e con insegnamenti in gran parte in lingua inglese. E’ un progetto pilota a livello nazionale, offerto in sole altre due scuole, cui si può e si potrà accedere solo avendo una importante padronanza della lingua inglese, che infatti è diventata fulcro del percorso educativo del collegio fin dalla scuola primaria. Questo vuol dire guardare avanti, questo vuole dire andare incontro al mercato globale preparando i nostri giovani alle sfide multiculturali che li attendono, non fare loro rinunciare ai nostri valori fondanti. Questo corso permetterà ai fortunati frequentanti (che personalmente invidio, e non solo perché vent’anni più giovani di me) di essere protagonisti del futuro, senza per questo dovere rinnegare il passato da cui provengono, senza per questo perdere la loro identità di cattolici e di Italiani. Molte altre poi saranno le iniziative che cercheremo di mettere a disposizione della cittadinanza, tra cui eventi sportivi, momenti ludici, ma anche e soprattutto eventi di approfondimento per la società tutta, spunti di crescita e di riflessione, nel pieno spirito della missione del Collegio Gallio, la più antica scuola d’Europa che pure non rinuncia a protendersi verso il futuro per continuare a formare i giovani comaschi.

Andrea-Bernasconi

Andrea Bernasconi
Presidente

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